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Pane, olio e vino: cardini alimentari e simbolici

  • Sabato, 24 Maggio 2014 17:07

Tra le produzioni eno-gastronomiche, pane, olio e vino non possono essere considerati solo come alimenti; la loro rilevanza nei vari contesti del mondo euromediterraneo li ha progressivamente caricati di molteplici valenze simboliche che ancora oggi resistono malgrado le rapide trasformazioni subite dalle pratiche alimentari. Si pensi, ad esempio, all’importanza che il pane, l’olio e il vino hanno all’interno dei rituali liturgici della religione cristiana: il loro aspetto alimentare è assolutamente trascurabile, essi sono assunti o utilizzati esclusivamente in funzione dei loro significati simbolici. Il pane può esser considerato, nel nostro paese, l’alimento fondamentale delle classi popolari rurali, almeno sino agli anni cinquanta del secolo scorso. Oggi il pane non possiede più nella nostra alimentazione il ruolo rilevante che ha avuto nel passato, se ne consuma sempre meno e, quasi per ironia della sorte, sono ritornati di moda, per motivi dietetici, quei pani di cereali minori che un tempo costituivano la base obbligata dell’alimentazione delle classi popolari. L’olio di oliva sembra finalmente essere uscito da un lungo periodo di crisi dovuta all’affermarsi nell’alimentazione globalizzata di altri grassi vegetali ed animali, dall’aumento dei costi di produzione e da tecniche industriali di estrazione che ne hanno compromesso la qualità e l’affidabilità. Dopo un periodo di appannamento, l’olio di oliva è ritornato quindi ad essere il grasso alimentare per eccellenza dei nostri preparati alimentari. Come il pane bianco anche l’olio di oliva è stato per secoli un alimento raro e prezioso che solo pochi ceti sociali avevano la possibilità di utilizzare con continuità. Anche in zone ricche di uliveti le classi popolari rurali utilizzavano l’olio di oliva con attenta parsimonia, impiegando nella alimentazione quotidiana i grassi animali derivati dall’allevamento e dalla macellazione domestica del maiale. Mentre il pane e l’olio all’interno della nostra cultura possiedono uno statuto totalmente positivo, il vino occupa una posizione ambigua: sicuramente positiva se assunto e utilizzato all’interno del quadro normativo della comunità, molto negativa se l’assunzione è lasciata all’arbitrio individuale e non risponde ad alcuna regola. Tuttavia, il vino è uno dei componenti fondamentali dell’alimentazione festiva tradizionale ed il suo consumo regolato aiuta a lubrificare le relazioni sociali. Con il passare del tempo questo prodotto, dell’uomo e della sua terra, è stato affinato per mezzo di tecniche di vinificazione sempre migliori. Si è sviluppata così una forte cultura della produzione e del consumo di vino di alta qualità.

Letto 5677 volte Ultima modifica il Sabato, 24 Maggio 2014 17:08

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